Poniamoci questa domanda: può un’alimentazione scorretta provocare patologie? In questo articolo daremo una risposta sintetica, mettendoci in tre differenti ottiche: quella della medicina ufficiale, quella della medicina di Hamer, e quella delle scuole nutrizioniste.
Dal punto di vista della medicina ufficiale, il ruolo dell’alimentazione nell’insorgenza delle malattie è piuttosto marginale. Quasi nessun medico si rivela infatti interessato al tipo di alimentazione abituale del paziente. Essi si limitano di solito ad effettuare le loro misurazioni, e stabilire così se il paziente è sottopeso o sovrappeso. Nel primo caso gli consigliano di mangiare di più, nel secondo di mangiare di meno. Nel caso di obesità, avvertono che può essere pericolosa per la salute, e invitano il paziente a recarsi da un dietologo o un nutrizionista per ritornare il più possibile vicini al proprio peso forma. Oltre all’obesità, esistono poi altre due eccezioni, in cui l’alimentazione e considerata se non la causa, almeno un’importante con-causa di determinate patologie. La prima è l’osteoporosi, che viene legata alla carenza di calcio nella dieta. La seconda è il diabete, in cui viene considerata come un’importante con-causa l’eccessivo consumo di dolci e carboidrati.
Anche per i problemi allo stomaco, al fegato o all’intestino a volte i medici si sbizzarriscono, vietando o consigliando alimenti secondo logiche che ogni dieci/quindici anni cambiano, anche radicalmente. Fa eccezione l’alcool, da sempre sconsigliato. Però forse un bicchiere o due di vino al giorno fanno bene, non si sa. Nel caso di tumori, si interviene comunque quasi sempre quando la patologia è già in atto, per evitare di “nutrire” il tumore, soprattutto nel caso di adenocarcinomi, derivanti dal paleoencefalo. L’alimentazione invece non è considerata la causa dell’insorgenza del tumore stesso, se non a livello di correlazioni, anch’esse mutevoli nel tempo. Si fa quindi, periodicamente, il solito terrorismo, dicendo per esempio che “la carne rossa è cancerogena”, o che il cioccolato fa bene o male, a seconda della moda. Anche nel caso dell’alimentazione, la medicina ufficiale si contraddice quindi costantemente.
Rileggiamo ora queste patologie (obesità, osteoporosi, diabete, adenocarcinomi gastro-intestinali) alla luce della medicina Germanica.
Secondo Hamer, la causa dell’obesità non è il fatto che una persona abbia mangiato troppo. Il prendere peso, così come ogni altra modificazione del nostro organismo, è regolato dal nostro computer/cervello. Ingrassare ha quindi precise ragioni biologiche, ed è in particolare legato al conflitto del profugo. Con il conflitto del profugo abbiamo una risposta immediata del nostro organismo: la ritenzione idrica. Quando si parla di grasso, si pensa comunemente alle cellule adipose. In realtà, gran parte del materiale che percepiamo come grasso è costituito da acqua. Anche quello che noi consideriamo accumulo di grasso è quindi in gran parte legato alla ritenzione idrica. Si può quindi ragionevolmente dedurre che quando una persona diventa grassa, vuol dire che in lei è presente una costante e prolungata ritenzione idrica, e che quindi la persona ha una costante sensazione di non essere a casa.
Alla luce delle leggi biologiche è quindi il conflitto del profugo attivo, e non la maggiore o minore ingestione di cibo, il principale motivo per il quale ingrassiamo. Per risolvere il problema dell’obesità occorre quindi agire su questo conflitto, prima di tutto individuando la DHS, ovvero l’evento conflittuale a partire dal quale la persona ha attivato il profugo, e poi trovare un modo per mandare il programma in soluzione.
L’ingerire grandi quantità di cibo avviene invece come conseguenza. Man mano che una persona ingrassa, infatti, ha sempre più cellule da nutrire nel suo corpo. Quindi, dovrò ingerire proporzionalmente maggiori quantità di cibo. Una persona obesa ingerisce anche 10000 calorie al giorno. Ma anche in questo caso, si confonde l’effetto con la causa. E’ ovvio poi che se una persona non mangia nulla o quasi nulla, dimagrirà progressivamente, fino a diventare pelle e ossa. Ma non è detto che anche dando enormi quantità di cibo ad una persona magra, questa ingrassi.
L’essere soprappeso, comunque, non causa direttamente problemi di salute secondo la medicina di Hamer. Tuttalpiù possiamo dire che, in proporzione all’aumentare del peso, abbiamo sempre più un sovraccarico dell’organismo nel complesso. Se quindi arriviamo agli eccessi dell’obesità, abbiamo un organismo molto sovraccarico, e quindi poco efficiente, e quindi sempre meno adatto alla sopravvivenza. Come sempre, quindi, sono solo gli eccessi che andrebbero il più possibile evitati. Se una persona è obesa, significa che è state in profugo per troppo tempo e troppo intensamente, ed è quindi sensato agire per provare a ridurre tale situazione conflittuale.
Passiamo all’osteoporosi. Secondo la medicina Germanica, l’osteoporosi è la fase attiva di un grave conflitto di svalutazione, che riguarda appunto le ossa. A differenza di osteolisi localizzate, l’osteoporosi è un conflitto più generalizzato, vissuto principalmente dai bambini o dagli anziani, perché più facilmente si svalutano nell’interezza della loro persona. Per interrompere l’osteoporosi, quindi, è necessario individuare e risolvere il conflitto di svalutazione. Integrazioni alimentari di calcio non risolvono infatti il problema.
Anche il diabete, secondo Hamer, non è affatto causato da un eccessivo consumo di zuccheri. I conflitti che possono portare ad un’alterazione della glicemia, e quindi al cosiddetto diabete, riguardano le cellule alfa e beta di Langherans, nel pancreas. I conflitti corrispondenti sono di schifo/ribrezzo e di opposizione, spesso recidivati. Per risolvere il problema quindi, secondo Hamer, occorre individuare i conflitti e uscire dal circolo delle recidive. Il consumo di zuccheri o carboidrati può portare solo ad un picco glicemico momentaneo, ma l’alterazione costante dei valori della glicemia è data dai conflitti suddetti.
Il conflitto delle isole alfa di Langherans è, tra l’altro, un secondo responsabile dell’ingrassamento, secondo Hamer. In fase attiva di tale conflitto (schifo/ribrezzo o opposizione) andiamo infatti in ipoglicemia, e quindi assumiamo grandi quantità di cibo. Se recidiviamo spesso il conflitto, tratterremo anche un po’ di grasso. Questo conflitto influisce per circa il 10 %, mentre per il 90 % influisce il profugo, che abbiamo visto prima.
Gli adenocarcinomi del tratto gastro-intestinale, infine, nascono già durante la fase attiva di conflitti che riguardano un boccone indigesto, che non riusciamo a far avanzare, ad assorbire o ad assimilare. Avremo quindi in corrispondenza una fibroma intestinale, una adenocarcinoma a crescita piatta, o un adenocarcinoma a cavolfiore. Il tumore crescerà in proporzione a quanto è intensa l’attività conflittuale, e non sarà influenzato dal tipo di alimentazione del paziente. L’arresto e la regressione del tumore avverranno unicamente se si porta a soluzione il conflitto.
Nel complesso, comunque, la medicina ufficiale non dà grande attenzione all’alimentazione in relazione all’eziologia delle malattie. Tant’è che un medico, nel suo percorso di formazione, troverà davvero solo pochi accenni a questo tema.
Chi invece insiste, e parecchio, nell’individuare nell’alimentazione la causa di molte patologie è invece una serie di scuole di pensiero alternative, oggi abbastanza in voga (igienismo, vegetarianisimo, veganesimo, vari tipi di altre diete, ecc). Ognuna di esse dice: la medicina sbaglia, perchè non tiene abbastanza in considerazione l’alimentazione nell’insorgenza delle malattie. E ognuna di esse ha la sua personale ricetta per stare bene, chiamata “alimentazione corretta”. Peccato che, anzitutto, andando ad analizzare tali scuole di pensiero, ci si accorge che le indicazioni alimentari che esse danno sono molto diverse, fino ad essere anche diametralmente opposte.
Facciamo un esempio. La dieta chetogenica, e in modo simile la paleo dieta, consigliano un regime alimentare principalmente basato sulle proteine e i grassi animali, con l’esclusione pressoché totale dei carboidrati. Quasi all’opposto abbiamo i vegetariani e i vegani, che al contrario escludono del tutto le proteine animali, e consigliano una dieta basata su carboidrati. Ognuna porta le sue motivazioni “scientifiche” a favore della sua tesi, però se osserviamo oggettivamente la realtà ci rendiamo conto che esistono persone sane e persone con patologie in ogni gruppo. In verità abbiamo osservato molte volte nella nostra vita persone che si nutrono “male”, o anche malissimo (come chi beve molti alcolici), e nonostante ciò rimangano esenti da malattie. Mentre abbiamo visto tutti persone con regimi alimentari controllati, “perfetti”, che cadono vittime di gravi patologie, nonostante tutto.
Ognuna di queste scuole nutrizioniste, tuttavia, vanta effettivamente molti successi terapeutici. Abbiamo tantissime testimonianze di persone che, cambiando radicalmente l’alimentazione, sono guarite da disturbi che si portavano dietro da anni. Chi non ha mai sentito qualcuno dire: “Io da quando non ho più mangiato carne, non ho più avuto quel disturbo”. Oppure: “a me eliminando i carboidrati, è passato quello e quell’altro”. Come leggiamo queste testimonianze, alla luce delle leggi biologiche?
Prima di tutto, di solito, a queste persone dico: “Ok, ma avete fatto solo quel cambiamento nelle vostre vite?”. Nella maggior parte dei casi, la risposta è no. In una delle mie ultime consulenze, un uomo di 50 anni mi ha detto che, vent’anni prima, era arrivato a tali livelli di mal di schiena da riuscire solo con enormi difficoltà ad alzarsi dal letto al mattino. Poi un giorno ha cambiato radicalmente alimentazione, e in breve tempo è passato tutto. Quando gli ho chiesto se aveva cambiato altro, mi ha detto di aver cambiato, nello stesso periodo, praticamente tutto: il lavoro, la compagna, la casa… Hamerianamente, è attraverso questi cambiamenti che lui ha smesso di recidivare la sua svalutazione, ed è quindi guarito.
Capita quindi spesso che le persone, quando decidono di cambiare alimentazione, siano al centro di un cambiamento ben più complesso nelle loro vite. Inoltre, si tratta presumibilmente di un cambiamento positivo, perchè il cambiare alimentazione è quasi sempre visto come un “prendersi cura di sè” maggiormente. Anche questa componente può portare a risoluzione certi conflitti.
Inoltre, non dimentichiamoci che gli alimenti possono spesso diventare binari. Nel caso in cui una persona abbia eliminato un sintomo esclusivamente eliminando un alimento dalla sua dieta, allora quell’alimento era un binario, anzi l’unico binario che riattivava un suo specifico conflitto. E’ un po’ lo stesso discorso delle allergie. Eliminando il binario, tuttavia, non ha risolto il conflitto originario, ha solo evitato di riattivarlo. Se invece riuscisse ad individuare la DHS e sciogliere quel binario, allora potrebbe ricominciare ad assumere quell’alimento senza avere alcun sintomo.
Hamerianamente, la cosa più grave che fanno queste scuole, come anche la medicina ufficiale a volte, è il terrorismo alimentare. Quando ti dicono che un determinato alimento è “un veleno”, e tu hai deciso di aderire a quella scuola di pensiero, allora davvero il tuo corpo lo tratterà come un veleno. E quindi, quando ti capiterà si assumere quell’alimento, starai male. Così rafforzerai la tua idea che quell’alimento è davvero un veleno. Ma, oggettivamente, non lo è, perchè miliardi di persone lo assumo e non si ammalano di nulla. E tu ti sarai semplicemente perso l’occasione di gustare quel cibo nella tua vita, e di averlo come fonte energetica.
Se poi quell’alimento, indicato come “veleno”, era una alimento che ti piaceva molto, che era molto presente nella tua dieta, allora potrai anche vivere un conflitto di “paura di morire di fame”, con formazione di un adenocarcinoma al fegato. Il corpo non si convince con le teorie sull’alimentazione, e se gli manca quello di cui ha bisogno, reagisce di conseguenza.
In che modo influisce quindi l’alimentazione nell’insorgenza delle patologie secondo Hamer?
Ogni modificazione considerata patologica del nostro corpo è dovuta a programmi SBS, e non è quindi causata da nessun cibo particolare. Facciamo però alcune considerazioni.
Anzitutto, è normale che l’essere umano, come ogni altro essere vivente, necessiti di un’alimentazione consona alla sua costituzione. Tuttavia dobbiamo anche considerare che ogni essere vivente, ed in particolare l’essere umano, possiede una meravigliosa capacità di adattamento alimentare. La mucosa intestinale, con la flora microbica che la colonizza, si adatta infatti sempre al tipo di cibo che abitualmente ingeriamo, modificandosi in modo da poter estrarre la maggior quantità possibile di nutrienti. Così per esempio abbiamo le popolazioni Inuit, chiamate anche eschimesi, che si nutrono quasi esclusivamente di carne, almeno per tutto il periodo invernale, e stanno benissimo. La loro flora intestinale sarà ovviamente molto diversa rispetto a quella di un vegetariano, però entrambi possono essere sani, e apparire ben nutriti. Sono veramente poche le sostanze di cui il corpo non può assolutamente fare a meno. Probabilmente, si tratta solo delle vitamine, presenti in frutti, germogli e verdura, che vanno quindi assunte almeno per un certo periodo dell’anno. Per il resto, il nostro corpo è in grado di estrarre l’energia che gli serve da praticamente ogni cibo commestibile.
Detto questo, nessuno nega che esista un’alimentazione più sana e una meno sana. Un cibo vegetale coltivato senza l’uso di veleni, o della carne in cui l’animale ha mangiato erba di campo e non è stato a sua volta avvelenato, sono sicuramente preferibili rispetto al cibo industriale. Il problema del cibo industriale è anche che un altro: più tempo un alimento passa da quando è vivo a quando entra nella nostra bocca, minori saranno i nutrienti che riusciremo ad assorbirne. Però, rispetto al passato, mangiamo di più. Si può dire che in passato si mangiava meno, ma i cibi erano più nutrienti, mentre ora si mangia di più, ma i cibi sono meno nutrienti, e un po’ avvelenati. Tale veleno però non ci causa le malattie, ovvero i programmi SBS. Al limite ci rende più deboli, con meno energie a disposizione, perchè siamo impegnati a smaltire i veleni. E quindi, al limite, faremo più fatica ad affrontare le fasi PCL di certi programmi.
Nella medicina di Hamer si ascolta sempre la saggezza del corpo. Se il nostro corpo richiede l’ingestione di determinati alimenti, è perchè, in linea di massima, ha bisogno proprio di quegli alimenti per stare bene in quel momento. Ho scritto “in linea di massima” perchè in effetti esistono alimenti, come gli zuccheri raffinati, che riescono almeno in parte ad ingannare le nostre papille gustative. Potremmo quindi ingerirne una quantità superiore al necessario. In questo caso però l’unica conseguenza potrà essere forse un passeggero mal di pancia, non certo una malattia grave.
Il cibo, hamerianamente, va considerato come la prima medicina che il nostro corpo ci richiede di assumere. Così quando ci troviamo in CA abbiamo bisogno di poco carburante, perchè il corpo sta in quel momento usando le riserve, mentre nella fase PCL-A, e ancor più nella PCL-B, abbiamo bisogno di cibi nutrienti ed energetici per poterci rimettere in sesto in breve tempo. Quindi in CA mangiamo poco e di malavoglia, stiamo quasi a digiuno, mentre in PCL ci viene una gran voglia di carne.
La medicina di Hamer è poi la medicina della Natura, ed è quindi ovvio che venga consigliata un’alimentazione che segua il più possibile i cicli naturali, con cibi quindi sempre di stagione. Non dimentichiamoci che l’essere umano è parte di un organismo più grande, l’ecosistema. Così come noi forniamo in ogni momento un cibo adeguato alle nostre cellule, così l’ecosistema in cui viviamo ci fornisce in ogni stagione dei cibi che maggiormente ci servono. Così per esempio in autunno abbiamo cibi molto calorici e a lunga conservazione, come le castagne, le noci e i funghi, in modo da avere energie sufficienti per affrontare il rigore dell’inverno. E così via…
Si stima che la percentuale di acqua nel nostro “grasso” si aggiri attorno al 95-98%. Questo vuol dire che su 10 chili di grasso, solo 3 o 4 etti sono di grasso, mentre il resto è acqua. Non dimentichiamoci che l’intero nostro organismo è costituito, almeno per il 60%, da acqua.
L’igienismo, o igiene naturale, è una corrente di pensiero che definisce le condizioni naturali dell’uomo per potersi mantenere in salute, o per riacquistarla quando la si perde. I suoi strumenti principali a tal fine sono un’alimentazione corretta, intesa come equilibrata combinazione di alimenti, l’eliminazione di “sostanze tossiche” (secondo la definizione degli igienisti) e il digiuno.
La dieta chetogenica è una dieta che induce nell’organismo la formazione di sostanze acide definite “corpi chetonici”, tramite un regime alimentare che riduce in modo drastico i carboidrati, aumentando di contro le proteine e soprattutto i grassi.
La paleo dieta, chiamata anche dieta paleolitica o dieta delle caverne, è un regime dietetico contemporaneo che intenderebbe riproporre un ipotetico tipo di alimentazione che avrebbe caratterizzato le popolazioni umane vissute nel periodo precedente l’introduzione dell’agricoltura, avvenuta circa 10 000 anni fa.
Anni fa, mentre partecipavo ad un corso sulle leggi biologiche, conobbi un convinto igienista che si era interessato ad Hamer perchè un suo amico, giovane, convinto igienista anch’esso, era da poco morto proprio di tumore al fegato.
L’assoluta assenza di vitamine nella dieta porta ad un deperimento progressivo, con manifestazioni sintomatiche note per esempio con il nome di scorbuto.